Primo lungometraggio, mai apparso nelle sale, della regista che raggiungerà la notorietà con POINT BREAK e soprattutto il recente THE HURT LOCKER. Girato assieme al compagno e futuro produttore di David Lynch, Monty Montgomery, il film già condensa molte delle caratteristiche che caratterizzeranno la sua opera. Qualità dello sguardo, attenzione quasi morbosa alla composizione delle inquadrature e dei ritmi, riferimenti insistiti alla propria esperienza nel campo dell'arte concettuale (clamorosi quelli all'universo pittorico di Edward Hopper), rinvii al contemporaneo sociale e al politico. E immersione in una fisicità e sessualità (qui, particolarmente omosessuale) di situazioni appartenenti alla tradizione del genere.
Così, in questa immersione totale quanto surplace fra bykers, motel, birra e rock and roll è impossibile evitare il ricordo dei motociclisti di EASY RIDER piuttosto che del THE WILD ONE di Marlon Brando nel celebre blusotto di cuoio filmato da Lazlo Benedek.
Ma nel piacere di abbandonarsi ad un post modernismo che sarà dei Tarantino e dei Lynch, alla rappresentazione disinibita di un desiderio prorompente (già grande Willem Dafoe al suo esordio), soltanto frenata dalla rigorosa, qualcuno dirà gelida e auto soddisfatta disciplina estetica, la personalità di Kathryn Bigelow spicca già sfrontata.